Modotto nel 1700-1800

Alcuni atti della vicinia di Modotto furono scritti da Giacomo Santo Marno, notaio di Brazzacco e sono conservati nell'Archivio di Stato di Udine.

Gli atti risalgono al 1751 e permettono di comprendere le competenze della vicinia, i cognomi delle famiglie che abitavano a Modotto, gli usi commerciali e finanziari, le scadenze, i n omi dei santi del calendario e ricostruire approssimativamente la consistenza demografica del borgo, posto che alle due sedute descritte nel testo "Le Comunità di Groang, Braitan e Murùs tra storia e Leggenda" a pagina 102, parteciparono dieci e undici vicini, pertanto il borgo doveva contare poco più di cento abitanti nel periodo.

Una serie di documenti storici e annotazioni qui riportate hanno come autore il Madrassi, già cappellano-maestro del paese. Egli successe al pievano Giuseppe Carati (1813-1825) di Reana, deceduto all'età di 42 anni dopo lunga degenza all'ospedale di Udine e colà sepolto nella tomba dei canonici della cattedrale.

Il Madrassi tenne o seguì con esemplare diligenza anche la amministrazione dei beni della Chiesa, peraltro soggetti al controllo dela autorità civile. (...) Tra essi quelli delle nascite e matrimoni, tornati molto  utili in questo sito e in altri testi per comprendere com'era Moruzzo e Modotto nel 1800.
 

La popolazione nel 1800-1843

Il censimento curato dal Madrassi inizia con il mese di aprile 1830 e viene ripetuto annualmente fino al 1843. E' presumibile che egli cogliesse l'occasione della benedizione pasquale alle abitazioni per assumere direttamente i dati della rilevazione, sebbene i nomi delle famiglie non siano scritti di suo pugno.

Anche lui, come il predecessore Garzolini, distingue gli adulti di Comunione dai Fanciulli, cioè dai minori che, prima della riforma promossa da S. Pio X nell'anno 1910, si ammettevano alla Eucarestia in età assai più avanzata di oggi.
 

L'abitato di Modotto

Si riscontra che ogni anno mediamente una trentina di famiglie sono prive di fanciulli  nonostante l'altissimo indice di natalità, realtà in stretto rapporto con il tasso di elevata mortalità infantile.

Il numero delle famiglie varia di anno in anno a Moruzzo ed è costante a Modotto, fatta eccezione per il 1840.  Le famiglie a Modotto sono in media calcolate nel decennio 1830-1840 come segue:

numero di famiglie: 14
persone di Comunione: 85
Fanciulli: 42

media annuale: 130 persone circa

La numerazione delle case vede Modotto con una numerazione propria, dal n. 1 al numero 22, ma priva di alcuni riferimenti intermedi. Dal 1858 in poi Modotto sarà incluso in una unica numerazione con Moruzzo e collocato tra i Casali e il Podere. 
 

Famiglie

Famiglie stabili da vari secoli non si contano a Modotto; le più antiche risalenti al periodo di riferimento sonno Di Stefano (oggi conta diversi discendenti), Chittaro (Pucjn).

I casi di migrazione da o verso il paese sono pochi. Così nel corso del decennio arrivano i seguenti nuclei familiari: Cilesio, Di Stefano, Floreano, Presello.

I Cilesio (o Silese) che si insediano a Modotto (n.civico 6) sono una famiglia di artigiani che i documenti dell'epoca definiscono prima pettinatori e poi tessitori,  denominati li Cargnelli. I Cilesio erano già dimoranti a Moruzzo al n. 40/bis, nel 1837 trasferiti al n. 62 di Tampognacco e poi a Modotto nel 1839.
Nella nuova toponomastica una via del borgo ne riporta il cognome; gli attuali abitanti non hanno notizie circa l'esistenza di discendenti.

Tra le famiglie più numerose si contano nel decennio 1830-1840:
Tosolino Tommaso (Modotto) 18 persone
Chittaro Giovanni (Pucjn) 19 persone - alcuni discedenti oggi si contano a Moruzzo
Tosolini-Cecot, un ramo di questa famiglia che proviene da Fontanabona è presente dalla fine del '700 (vedi la sezione persone);  alcuni discedenti oggi si contano a Moruzzo.
 

Mestieri

Il mestiere di massa a Moruzzo e quindi aModotto è classificato con il termine generico contadino, senza distinzione tra proprietari, coloni, mezzadri, fittavoli o braccianti, mentre un abbozzo di statistica comunale, iniziata nel 1828 e poi non aggiornata, preferisce il termine villico. E' lecito comunque pensare che oltre al mestiere di villico vi fossero altre figure come artigiani, calzolai, ecc. ad esempio i pettinatori Cilesio.

L'assistenza alle nascite a Modotto era effettuata da Teresa Chittaro.

Fin dal 1600 molte persone abitano nelle cosiddette case sparse (masserie, fattorie, casali e colonie) la maggior parte oggi in disuso, senza che sia  noto quali siano le ragioni storico-politiche per le quali alcune persone abbiano abitato nei vecchi borghi e quali in aree isolate.